Gastronomia di Napoli

 

 

La gastronomia napoletana è tra le più ricche e originali cucine italiane. 
Simbolo della cucina napoletana e di quella nazionale sono i maccheroni, Spaghetti e la pizza entrambi arricchiti da svariati condimenti. 
Ottime le minestre preparate con le verdure della ricca terra vesuviana:
"La Maritata" con cavoli e carne di maiale, la "Parmigiana" di melanzane, gli zucchini "a' scapece" o in carpione e i peperoni imbottiti.
Ricordiamo inoltre, zuppe di pesce, di vongole, frittura di triglie e calamari, polpi affogati e il "fritto misto napoletano" che mescola carne, frattaglie, pesce e verdura in pastella con polenta, panzerotti ed altro servito caldo e croccante. 
Altra pietanza fritta e gustosa è la "mozzarella in carrozza".

Per quanto riguarda la carne famosa è la "bistecca alla pizzaiola" con pomodoro fresco, la zuppa di soffritto (frattaglie di maiale) e di carne cotta (frattaglie di bue). 

Anche la varietà di dolci ha reso Napoli famosa nel mondo , basti pensare al babà, i gelati, le sfogliarelle, la pastiera a base di ricotta, le zeppole, gli struffoli, i taralli, i casatielli, gli spumoni, i fiori d'arancio, la cannella, i canditi

Il vino più conosciuto è il Lacrima Christi , ma vanno menzionati anche il limoncello ed il rosolio, liquori che, insieme al tradizionale caffè napoletano, accompagnano i dessert. 

 

 

 

QUANDO IL NAPOLETANO VA AL NORD, COME PRIMA COSA
NON CHIEDE NOTIZIE SUL CLIMA, SULL'OSPITALITA' O SUI POSTI DA VISITARE, NO! LA PRIMA COSA CHE CHIEDE E' "CA CHI A FA NA BELLA PIZZ". OGNUNO DEL POSTO TI DA DELLE INDICAZIONI, POI FINALMENTE TROVI IL COMPAESANO CHE DICE "IO QUA STO DA 10 ANNI"
- "AH, ALLORA SAI SICURAMENTE QUALCHE POSTO DOVE SI MANGIA UNA BELLA PIZZA"
"CERTAMENTE, E' A QUALCHE KM DA QUI, CI PUOI ARRIVARE IN TRENO"
- "AH E CHE FERMATA DEVO SCENDERE??"
"QUAND VEDI LA SCRITTA <NAPOLI> SI ARRIVAT"

Se avete assaggiato la pizza in altri posti d'Italia e siete rimasti delusi, ve la siete cercata! La pizza è un bene esclusivamente napoletano. In molti spacciano improponibili torte tonde, basse e salate come pizza napoletana. Ma quella vera è fatta con pochi ingredienti, e rispetta leggi quasi divine. Acqua, farina, sale e lievito per un impasto sottile dai bordi alti e saporiti. Nonostante le varianti, tutte rigorosamente ipercaloriche, la pizza originale è la "Margherita", inventata dal pizzaiolo Raffaele Esposito in onore della Regina. Esposito la condì con pomodoro, mozzarella, olio e basilico, inventando uno dei piatti più buoni, patriottici e invidiati in tutto il mondo. A Napoli la pizza è ottima dappertutto: se volete cercare un posto dove si mangia male, non sarà facile trovarlo. Ovviamente la cucina napoletana non è solo pizza: è qualcosa di straordinario, una vera sinfonia di sapori, colori e calorie. Pensate ad un piatto: ecco, quasi sicuramente è nato a Napoli. Spaghetti, ragù, lasagne, pasta con frutti di mare, fritture di pesce, braciole e soffritto, torte dolci e salate, dolci, babà, struffoli, pastiere e poi..e poi…Sedetevi e gustate.

Una varietà di piatti da far impallidire qualunque città, un elenco di prelibatezze che sembra non avere mai fine, una serie di ricette che hanno reso Napoli famosa in tutto il mondo…volete un paio di esempi: la pizza e lapastiera napoletana..ah… dimenticavamo il babà.

In effetti non siamo certi che la pizza sia nata a Napoli ma una cosa è certa che a Napoli la pizza è diventata grande e da Napoli è partita alla conquista di tutto il mondo. La più celebre è la Pizza Margherita con i colori dell’Italia (pomodori, mozzarella e basilico) e fu creata da un pizzaiolo napoletano in onore della Regina Margherita di Savoia.

La pastiera napoletana, al pari della pizza, è un dolce celebre in tutto il mondo. Tradizionale e immancabile il giorno di Pasqua su ogni mensa napoletana la pastiera è un rito.

La leggenda narra che la sirena Partenope languiva nelle acque del Golfo di Napoli. La gente del popolo volendo consolare il suo mal d’amore le offrì grano come simbolo d’abbondanza, fiori d’arancio in omaggio alla sua bellezza, frutta candita nell’augurio di consolare la sua amarezza. Partenope, assaggiando la pastiera, come per incanto si rasserenò. Da allora questo dolce simboleggia la primavera, l’abbondanza e la rinascita.

C’è poi tutta una “teoria” di paste tra le quali il babà è soltanto una delle specialità: le sfogliatelle, le chiacchere, le zeppole, gli struffoli, i taralli. C’è la mozzarella di bufala, tipica campana e degli ottimi vini tra i quali il più famoso è il Lacrima Christi prodotto dai vigneti del Vesuvio. E infine, dopo aver gustato queste e molte altre prelibatezze della cucina napoletana (purpette, fusilli a’ napulitana, rise cù ò niro a sèccia, maccaruncielle lardate, frittata cafona, cefaro alla pusilleco), non può mancare il nà tazzunella è cafè che a Napoli, grazie a una torrefazione raffinata ha un gusto ineguagliabile che la caffettiera napoletana valorizza al meglio. A proposito è tutta napoletana l’usanza del caffè sospeso. Ai primi del ‘900 a Napoli c’era questa abitudine consolidata soprattutto tra la gente del popolo. Chi andava al bar per un caffè ne pagava due e alla cassa diceva: «Uno sospeso!». Il ”sospeso” era per chi non aveva soldi. Così, prima di sera, qualcuno, meno fortunato nella vita, passava e chiedeva: «C’è un sospeso per me?» avvicinandosi al bancone. E se arrivava tardi e il sospeso aveva già trovato un altro «cliente» ci pensava il proprietario del bar... ma non glielo faceva capire. Un’usanza tutta partenopea che sarebbe profondamente sbagliato confondere con un’elemosina. Era, al contrario, un atto di condivisione di problemi, comunicazione e comprensione. C’era anche un altro tipo di «caffè sospeso» quello di cortesia. «Un sospeso per l’avvocato!» oppure «Questo sospeso è per il maresciallo...». Fino agli anni ’70 era uno dei tanti simboli di Napoli che non trovava riscontri in nessun'altra parte del mondo. In disuso da qualche anno, sembra che l’usanza, a Napoli, voglia riproporsi così da proseguire questa opera di “solidarietà”