S.GIOVANNI A TEDUCCIO



San Giovanni a Teduccio
Stemma ufficiale
Stemma ufficiale del comune concesso nel 1877
Stato Italia Italia
Regione Campania Campania
Provincia Napoli Napoli
Città CoA Città di Napoli.svg Napoli
Circoscrizione VI Municipalità
Codice postale 80146
Superficie 2,35 km²
Abitanti 25 361 ab.
Densità 10 791,91 ab./km²
Nome abitanti Sangiovannari
Patrono san Giovanni
Giorno festivo 24 giugno

San Giovanni a Teduccio è un quartiere della periferia orientale di Napoli. Faceva parte della 20ª circoscrizione, divenuta, in occasione delle elezioni amministrative del 28-29 maggio 2006, la Sesta Municipalità insieme ai quartieri diBarra e Ponticelli. Pur non essendo molto vasto (2.35 km²) ha circa 25.000 abitanti.

San Giovanni a Teduccio confina a nord col quartiere di Barra, ad ovest col quartiere Zona Industriale, ad est coi comuni di San Giorgio a Cremano e Portici, mentre al sud si affaccia sul Mar Tirreno.

Etimologia e storia

Il toponimo del quartiere denominato San Giovanni a Teduccio deriva da storia diverse e separate tra loro.

Secondo alcuni storici presso la contrada Pazzigno vi era la villa di Theodocia, figlia di Teodosio, il grande imperatore romano; infatti, nel corso di alcuni scavi condotti nel rione Pazzigno fu scoperto un complesso architettonico di età tardo imperiale appartenente a Teodosia. In questo complesso fu ritrovata anche una pietra miliare, risalente forse al IV secolo d.C., che serviva per segnare il quarto miglio da Napoli. Su questa pietra è riportata la scritta "DDDNNNASSS BALENTINIANO TIUDOSIO ET ARCADIO BONO REI PUCE NATE"[1].

Forse questa è solo una leggenda, ma secondo alcuni studiosi nel 390 d. C. Theodocia innalzò nella sua villa una colonna in onore degli imperatori Valentiniano, di suo padre Teodosio e del figlio di quest'ultimo Arcadio. Intorno a questa colonna si sarebbero svolte grandi feste, a cui erano solite partecipare le più importanti famiglie di Napoli e dintorni. Per la notorietà della villa, della colonna e dei festini ivi celebrati col tempo si prese l'abitudine di appellare tutta la zona "ad Theodociam", facendo così riferimento alla villa di Theodocia, termine che col tempo si sarebbe poi trasformato in Teduccio. Ora quella colonna è custodita presso la chiesa di San Giovanni Battista[2]. .

La tradizione poi racconta che nel VI sec. d. C. alcuni pescatori, venuti presso la spiaggia di Vigliena, nel tirare la rete avvertirono un peso insolito. Dopo molta fatica emerse dal fondo una statua di marmo raffigurante San Giovanni Battista. Gli uomini la deposero nella barca e si accinsero a vogare verso Pietra Bianca (Leucopetra). Giunti però all'altezza dov'è l'attuale parrocchia centrale, per quanto dessero di remi la barca stentava a muoversi. Tornati a riva la cedettero ad alcuni popolani che erano sulla spiaggia, i quali presa la statua, che ad essi sembrò invece leggerissima, la trasportarono verso terra, edificando poi un'edicola dedicata al santo, che iniziò ben presto ad essere oggetto di forte devozione. Da qui tutta la contrada, col tempo, prese il nome di S. Giovanni a Theodocia, termine che, col passare del tempo e il susseguirsi di lingue e dialetti, divenne l'attuale San Giovanni a Teduccio.

La chiesa di San Giovanni Battista

La zona di San Giovanni a Teduccio è stata aggregata alla città di Napoli sotto il fascismo, mentre sino al 1925[3] era un comune autonomo, sorto sulla antica Via delle Calabrie (S.S. 18). È stata anch'essa vittima della speculazione edilizia che si è avuta in città a partire dal secondo dopoguerra, ma a differenza della maggior parte dei quartieri periferici di Napoli, ha conservato parte dei suoi caratteri di paese, come testimonia la zona intorno alla Chiesa Madre di San Giovanni.

La zona è stata in passato sede della più importante industria conserviera del Mediterraneo, la Cirio e della prima industria ferroviaria in Italia, servendo la tratta Napoli-Portici, col celebre opificio di Pietrarsa. La fabbrica ha cessato la sua attività nel1975, ma negli anni successivi è stata trasformata in museo ferroviario. Lo sbocco occupazionale della fabbrica non è stato ancora pienamente compensato da altre attività economiche ed infatti la disoccupazione è uno dei maggiori problemi del quartiere.

Tuttavia il comune di Napoli avrebbe avviato una serie di progetti per la rivalutazione della zona come la costruzione di edifici per l'università Federico II e la riqualificazione del porto di Vigliena, ove tuttora si trova il celebre Forte di Vigliena ultimo baluardo delle resistenza nella rivoluzione Partenopea del 1799. Il sito, di grande interesse socio-politico-culturale, è in uno stato di totale abbandono, tanto che le istituzioni permettono di costruirci all'interno, difatti nel sito vi sono parecchi interventi abusivi anche da parte di strutture sia pubbliche che private.

Data la sua connotazione operaia, il quartiere è stato anche centro di grande dibattito politico quando è stata chiusa una sezione del P.C.I. tra le più importanti di tutto il Meridione.

Stemma

San Giovanni a Teduccio-Stemma.png San Giovanni a Teduccio-Stemma (1813).jpg
A sinistra lo stemma ufficiale concesso nel 1877, a destra stemma del comune originale del 1813[4]

Lo stemma inizialmente usato dal comune riportava tre corone, due in alto e una in basso, sullo sfondo di tre monti al naturale e di una riviera.[4] Dopo l'unità d'Italia fu concesso, con regio decreto del 17 maggio 1877, uno stemma avente la seguente blasonatura:[5]

« di verde, a tre corone ducali d’oro, poste due sopra ed una sotto »

Il Rione Nuova Villa

Il Rione Nuova Villa nasce come complesso residenziale costruito negli anni cinquanta e sessanta del XX secolo dall'Istituto Autonomo Case Popolari (I.A.C.P.). Gli edifici vengono costruiti un po' alla volta, a blocchi, e consta attualmente di 46 isolati, comprendenti circa 110 scale. I fabbricati sono tutti a tre o quattro piani con un piano rialzato; solo quattro sono i cosiddetti grattacieli, cioè palazzine alte 7 piani con un piano ammezzato.

La zona, prima della costruzione del nuovo rione, era una distesa di terreni a vocazione agricola; a vegliare sui vecchi contadini c'era la statua della Madonna del Carmine, custodita in una piccolissima cappella a lei dedicata. Quando fu costruito il ponte della residenziale quella cappella fu chiusa e inglobata nelle mura del ponte, mentre la statua fu trasferita nella chiesa di San Giuseppe e Madonna di Lourdes, dove ha continuato ad essere esposta per la venerazione dei fedeli.

La zona è stata in passato sede di importanti industrie conserviere del mediterraneo, come la Cirio, Russo, Paudice, Reale; attualmente la Regione Campania ha avviato un progetto per la costruzione di edifici per l'università Federico II.

Infrastrutture e trasporti

Nel quartiere è presente il raccordo E45, che collega la tangenziale all'autostrada A3.

Gli assi viari principali sono corso San Giovanni a Teduccio, e corso Nicolangelo Protopisani.

A San Giovanni a Teduccio sono presenti la stazione presente la stazione di Napoli San Giovanni-Barra, servita dai servizi Trenitalia denominati linea 2 e quella denominata San Giovanni a Teduccio, sulla ferrovia Napoli-Pompei-Poggiomarino della rete denominata Circumvesuviana.

Il quartiere è servito dai normali bus e tram di linea della città.

Fra il 1879 e il 1980 il quartiere era inoltre servito da una diramazione della la tranvia Napoli-Portici-Torre del Greco che serviva anche Barra.

Luoghi d'interesse


  • Sul territorio è presente il "Laghetto Troisi" intitolato a Massimo Troisi, un piccolo bacino artificiale con ingresso principale da Viale 2 giugno.Chiesa di San Giuseppe e Madonna di Lourdes
  • Chiesa di Santa Maria del Soccorso
  • Forte di Vigliena

Persone legate a San Giovanni a Teduccio]

  • Fabio Borriello - calciatore
  • Marco Borriello - calciatore
  • Antonio Juliano - ex calciatore
  • Giovanni Mauriello - storico cantante dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare (NCCP)
  • Antonio Scialoja - economista e politico
  • Ciro Esposito - attore
  • Francesco Di Leva - attore
  • Luciano Caldore - cantante e attore
  • Silvana Fucito - imprenditrice