In Via Riccardo Filangieri Candida Gonzaga, strada comunicante con Via Acton e Piazza Municipio o, meglio tra le mura perimetrali del Palazzo Reale e di Castelnuovo, nel 2000 son state inaugurate quattro fontanine dove sgorga l’acqua delle “mummare”, fatta affluire da un pozzo borbonico sito nei giardini di Palazzo reale e proveniente dalla sorgente del vicino e Monte Echia. (Il Monte Echia, è una mezza collina, situato sulla parte alta della zona di S. Lucia, chiamato anche Pizzofalcone e, Monte di Dio)
L'acqua "zurfegna" conosciuta anche con i nomi di suffregna, ferrata,
delle «mummare», fu per secoli la bevanda preferita dai napoletani.
L'acqua, unica nel suo genere, era denominata "Acqua della sorgenti del Monte Echia" e proviene dal pozzo artesiano situato nel Palazzo Reale, pozzo realizzato nel 1850 circa dall'Ing. L.Cangiano
su ordine di Ferdinando II.
In seguito ad indagini chimiche e batteriologiche fu classificata come acqua minerale naturalmente gassata, ricca di sali naturali, contenente bicarbonato di sodio, clururata, calcica sodica
magnesica e ferruginosa, microbatteriologicamente pura.
L’acqua della sua sorgente è conosciuta come l’acqua del Chiatamone prendendo il nome della strada dove sgorga originariamente la sua fonte e, dove avveniva l’imbottigliamento dell’acqua “Suffregna” nelle “mummare” (fiasche in terracotta di forma panciuta) per conservare e non alterare le sue proprietà sorgive (qualora non bevuta direttamente alla fonte).L’acqua “zurfegna” conosciuta anche con i nomi di suffregna, ferrata, delle mummare e del Chiatamone, è stata da secoli la “bevanda” per eccellenza dei napoletani, molti la sorseggiano in piccole dosi con il vino,oppure gradirla presso una “banca dell’acqua” dove il venditore d’acqua detto “acquaiolo” la serve liscia o con l’aggiunta di spremute d’arancia o di limone e un pizzico di bicarbonato di sodio.La famosa acqua “suffregna”fu negata ai napoletani per ben 27 anni, dall’avvento del colera del 1973..e dopo una lunga serie di analisi e un processo di depurazione per renderla potabile il comune di Napoli ha poi ripristinato il corretto uso e consumo di questa acqua sorgiva..
Da alcuni riferimenti storici si è appreso che quando lo sfortunato Franceschiello, ultimo re
Borbone, accompagnato dalla bella moglie Maria Sofia, andò esule a Parigi, chiese ad un Ministro napoletano che gli era andato a rendere omaggio di portargli un ricordo della sua amata
Napoli.
Il Ministro chiese allora a Vincenzo Gemito di modellare espressamente per il re la statua
dell'acquaiolo fusa in argento: il classico scugnizzo con la "mummera" sotto al braccio e con la "mummarella" in mano.
Questo sito è stato realizzato con Jimdo! Registra il tuo sito gratis su https://it.jimdo.com