Il corno portafortuna
Varie sono le notizie sull’epoca e sulle modalità d’uso
del corno:
- Intorno al 3500 a.C., età neolitica, gli abitanti
delle capanne erano soliti appendere sull’uscio della porta un corno, simbolo di fertilità. La fertilità, allora, era abbinata alla potenza e quindi al successo. Si era soliti offrire dei corni
come voto alla dea Iside affinchè assistesse gli animali nella procreazione.
- Secondo la mitologia, Giove per ringraziare la sua
nutrice le donò un corno dotato di poteri magici.
- Nell’età medievale il corno per portare fortuna doveva
essere rosso e fatto a mano. Il rosso simboleggiava la vittoria sui nemici e doveva essere fatto a amno perché ogni talismano acquisisce poteri benefici dalle mani che lo
producono.
Il corno è il referente apotropaico (allontanante) per
antonomasia: simbolo della vita, che allontana un’influenza magica maligna. Secondo la scaramanzia napoletana il corno deve essere un dono quindi per portare fortuna non deve essere comprato,
inoltre deve essere: rigido, cavo all’interno, a forma sinusoidale e a punta.
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