San Pietro a Patierno | |
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Stato | Italia |
Regione | Campania |
Provincia | Napoli |
Città | Napoli |
Circoscrizione | Municipalità VII |
Altri quartieri |
Miano Secondigliano |
Codice postale | 80144 |
Superficie | 5,45 km² |
Abitanti | 18 390 ab. |
Densità | 3 374,31 ab./km² |
Patrono | san Pietro Apostolo |
Giorno festivo | 29 giugno |
San Pietro a Patierno è un quartiere della periferia nordorientale di Napoli.
Confina a ovest coi quartieri di Secondigliano e San Carlo all'Arena, a sud col quartiere Poggioreale, a est e a nord col comune di Casoria ed a nord-ovest col comune di Casavatore.
Pur essendo uno dei quartieri più estesi della città, ha una densità abitativa bassa rispetto alla media comunale e provinciale dovuta al fatto che gran parte del suo territorio è occupato dall'Aeroporto di Capodichino, dall'aeroporto militare Ugo Niutta e dalla NATO.
Casale demaniale in epoca angioina, il cui nome si trovava nelle mappe catastali comeSan Petrus ad Paternum e in italiano anche come San Pietro a Paternio, dall'abolizione del sistema feudale avvenuta per volere diGioacchino Murat è stato comune, fino al 1925, quando venne fuso con il comune di Napoli, di cui oggi costituisce la municipalitànumero 7 assieme a Miano e Secondigliano (prima ancora rappresentava la circoscrizione numero 16).
Un tragico evento che colpi il quartiere avvenne il 4 aprile 1943, quando un bombardamento da parte degli alleati nel quartiere causò la morte di decine di persone e molti danni. In memoria di questa tragedia, il quartiere ha intitolato al 4 aprile un viale e un largo.
San Pietro a Patierno non si è ancora ben integrata con la città per due motivi fondamentali: da un lato l'identità storica del centro, i cui abitanti hanno continuato a vivere in maniera estranea rispetto alla città di Napoli; dall'altro, le politiche del Comune di Napoli, a volte distanti dalle problematiche delle periferie.
Scosso anche dal terremoto del 1980, il quartiere si sostiene prevalentemente con il commercio all'ingrosso di calzature.
La comunità di San Pietro a Patierno festeggia il 29 giugno il suo santo patrono, san Pietro apostolo.
Il santuario eucaristico dedicato a san Pietro ha origini molto antiche, che risalgono al IX-X secolo. La popolazione, oltre alla devozione al santo, vive un'intensa vita cristiana, nelle due parrocchie del territorio.
San Pietro a Patierno può usufuire delle seguenti stazioni nei dintorni
Fs Casoria in piazza Dante circa 2 km da via IV Aprile
Vesuviana Botteghelle a circa 1 km da via Stadera
Vesuviana Poggioreale a circa 1 km da via Stadera
Vesuviana Centro Direzionale a circa 2 km da via Stadera
Vesuviana Volla in Casoria via Lufrano a circa 2,5 km da via Stadera
Fs Napoli centrale a circa 3 km da piazza Giuseppe di Vittorio
Metro Fs 2 Napoli p.za Garibaldi a circa 3 km da piazza Giuseppe di Vittorio
Metro Fs 2 Napoli Gianturco a circa 2 km da via Stadera
Metro Na 1 Piscinola a circa 3 km da piazza Giuseppe di Vittorio
Su gran parte del territorio di San Pietro a Patierno, che "divide" la parte alta da quella bassa, c'è l'Aeroporto Internazionale di Napoli Capodichino
San Pietro a Patierno non si è ancora ben integrata con la città per due motivi fondamentali: da un lato l'identità storica del centro, i cui abitanti hanno continuato a vivere in maniera estranea rispetto alla città nel suo complesso; dall'altro, le politiche del Comune di Napoli, a volte distanti dalle problematiche delle periferie. I dati relativi alla dispersione scolastica sono abbastanza elevati soprattutto nella zona della ricostruzione post-terremoto, nonostante la presenza di quattro scuole elementari. La disoccupazione sfiora punte del 50% per quanto riguarda i giovani, mentre la maggior parte di lavoratori sono impiegati negli enti pubblici. Col concorso istituzionale, si è cercato di rispondere ai problemi mediante due laboratori di educativa territoriale “Calimera” e “Robinson” coordinati dal gruppo “A rezza” che si occupa della formazione degli operatori. Al programma partecipano anche molte associazioni di terzo settore quali il “Centro Idea Caritas”, la “Bussola” e il “Grillo parlante”.
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